In un comune montano dove la sfida quotidiana fu la sopravvivenza alle asprezze climatiche e morfologiche dell'ambiente si possono individuare beni artistici legati perlopiù alla pratica religiosa; i nostri progenitori fecero molti sacrifici per erigere luoghi di culto, dotarli di simboli e manufatti di pregio che ancor oggi testimoniano una salda fede cristiana ed una forte identità di valle.
Le chiesette di Ambria, Agneda, S. Bertolomeo in Val Venina, S. Rocco di Bessega, con quelle di S. Vittore e S. Croce di Valbona ormai in irreversibile stato di abbandono; quelle meglio conservate di S. Rocco e S. Giuseppe di Boffetto unitamente a quelle storicamente più importanti di S. Antonio di Piateda Alta e S. Caterina di Boffetto ed a quelle più recenti del SS: Crocifisso di Piateda Centro e di S. Francesco di Busteggia costituiscono un prezioso patrimonio per la comunità.
La parrocchiale di Piateda Alta, dedicata a S. Antonio Abate e sorta nel tardo Medioevo, conserva una pregevole opera di Angelo Ligari, discendente del più famoso Pietro, datata 1859 e raffigurante la Vergine con il Bambino e due Santi di Pietro Ligari (1739), pittore, architetto e incisore sondriese, è invece una bella raffigurazione di S. Vittore il Moro,ora collocata nella chiesa del SS. Crocifisso. la parrocchiale di Piateda Centro; il dipinto proviene dall'oratorio di S.Vittore, posto sopra Valbona, e fu trasferito nella parrocchiale, dopo il restauro del professor Arrigoni, per motivi di sicurezza. Fu per trafugato dai ladri e ritrovato in condizioni fortunatamente buone.
La parrocchiale di Boffetto, intitolata a S.Caterina, risente degli influssi dell'arte barocca lariana e ticinese ed ù considerata una delle più belle chiese barocche della Valtellina; la facciata reca un portale in pietra, datato 1695, un frontone triangolare, sei lesene ed otto nicchie di Santi. Oltre a significativi affreschi del XVII secolo, vi si custodiscono preziosi arredi sacri, tra cui una croce processionale in argento, opera di oreficeria lombarda cinquecentesca.
Dalla chiesa di S. Gregorio di Ambria, eretta nel 1615 sulle rovine di un edificio preesistente, giunge a noi è la più preziosa opera di oreficeria sacra in Valtellina: la croce d'Ambria secondo una felice espressione di Oleg Zastrow.
La croce, ben custodita in luogo protetto, è indicativamente riferibile all'inizio del XII ed è oggetto d'interesse per molti studiosi.
Anche la chiesetta di S. Agostino di Agneda conserva due pregevoli testimonianze artistiche; la facciata a capanna con una piccola tettoia a due spioventi ha un portale rinascimentale in pietra verde adorno di rosoni e del monogramma di Cristo al centro dell'architrave; sulla lunetta soprastante è raffigurata la Natività di Gesù di ottima qualità ma molto danneggiata ove si legge ' 1525 die 16 Madii'.
Madonna col Bambino in trono
All'interno, sull'altare in legno dorato, spicca la Madonna col Bambino in trono, incoronata da due angioletti in volo, con S. Agostino a sinistra e S. Antonio a destra è firmata nel 1597 dal valente pittore grosino Cipriano Valorosa.
A questo significativo patrimonio architettonico, pittorico ed orafo si possono aggiungere a buon titolo anche le antiche pergamene redatte per la visita del vescovo di Como Feliciano Ninguarda nel 1589, a quelle immediate successive per la nascita delle Confraternite ed ai numerosi documenti d'archivio recentemente oggetto di un' accurata catalogazione e riordino che ha interessato tanto quelli parrocchiali che quelli comunali.
Non molto antichi ma egualmente significative le dighe di Venina del 1925, Scais 1925 e sopraelevazione tra il 1935 ed il 1937- primati mondiali di tecnica costruttiva e le centrali e le palazzine uffici di Boffetto e Venina, espressione dello stile liberty allora in voga, oggi vengono definite elementi di archeologia industriale ma emanano un fascino tuttora ricercato.
Testi e foto a cura di Amonini Marino