Una sera eravamo tutti intorno al focolare, nella baita del Zoc, e si conversava e si fumava come stasera. Tutto ad un tratto, mi girai, e credetti di cadere svenuto; sulla porta c'era Martin che mi guardava con i suoi piccoli occhi lucidi, come se avesse voluto scegliere il boccone migliore.
L'orso! gridai.
Tutti si alzarono urlando ma Martin vedendo il pencolo, se l'era filata.
Ci si affrettò a raccoglier dei tizzoni, si riempì una padella con della brace e ci mettemmo a gridare come degli indemoniati.
C' era con noi X, il cacciatore.
Prese il suo fucile a due colpi e si lanciò sulle tracce dell'orso.
Noi, per non apparire vigliacchi lo seguimmo con tizzoni e la padella piena di brace. Vedemmo l' orso che risaliva a grandi passi la pastura.
Poichè filava, vinti dal coraggio seguimmo la strada dell'orso agitando fucile e tizzoni ed urlando.
Ma lassù, vicino ai larici, ecco che l' orso si gira, si alza sulle zampe posteriori ed avanza verso di noi.
La sua mossa era inattesa.
Ci fu una fuga generale.
Lanciammo dietro a noi i tizzoni per spaventare l'orso.
Colui che reggeva la padella la lasciò rotolare lungo le rocce con un baccano infernale. Rientrammo nella baita barricando l'ingresso con qualche panca.
Ma allora ci accorgemmo che X mancava.
Povero diavolo, l'orso l'ha mangiato!
Si diffuse un sincero scoramento, ma ci rincuorammo ben presto riflettendo che, dopo
Tutto era meglio che l'orso avesse mangiato X piuttosto che uno di noi.
Ma nello stesso tempo una formidabile pedata fece cadere le panche che barricavano la porta ed X entrò tutto sporco di terra:
"Bel coraggio, razza di cani! Se al posto di scappare foste rimasti con me avremmo l'orso!" E ci raccontò che l'orso si era lanciato su di lui quando gli aveva sparato, ma il colpo non era partito e nell'arretrare di un passo, era caduto, gambe all'aria, dentro al torrente.
S'era creduto perso, ma l'orso era rientrato tranquillamente nel bosco.
Figli di cane, concluse X, se foste stati l' avremmo catturato.
In che modo noi l'avremmo potuto prendere, con dei tizzoni ed una padella, mentre X era infangato, è quello che egli non ci ha mai spiegato.
dal libro "GIOVANNI BONOMI Guida Alpina" di Marino Amonini
ed. Biblioteca Civica di Piateda, 1985
traduzione dal libro del Prof. Bruno Galli Valerio "Cols et Sommets" Losanna e Parigi 1912